martedì 22 novembre 2011

VITA NOVA
L'opera, che nell'edizione critica curata da Michele Barbi per la Società Dantesca Italiana risulta composta da 42 capitoli e 31 liriche[1], si apre con un brevissimo proemio. In esso Dante sviluppa il concetto di memoria (il libro della memoria) in quanto magazzino di ricordi che permette di ricostruire la realtà non in ogni suo dettaglio, ma con una visione di insieme, ricordando cioè l'avvenimento generale.
Dante Gabriele Rossetti, Il sogno di Dante al momento della morte di Beatrice, 1871
Si può semplificare la trama dell'opera in tre momenti fondamentali della vita dell'autore: una prima fase in cui Beatrice gli concede il saluto, fonte di beatitudine e salvezza, una seconda in cui ciò non gli è più concesso, cosa che arreca in Dante una profonda sofferenza, ma anche un'importante maturazione, una terza in cui Beatrice muore e il rapporto non è più tra il poeta e la donna amata, ma tra il poeta e l'anima della donna amata. Dante narra di incontrare per la prima volta Beatrice quand'egli aveva appena nove anni e lei otto anni e quattro mesi (il numero nove, evidente richiamo alla Trinità appare diverse volte nell'opera: rappresenta il miracolo), e qui inizia la "tirannia di Amore" che egli stesso indica come causa dei suoi comportamenti. Rivedrà poi la sua 'musa' all'età di diciotto anni (1283) e dopo aver sognato Amore mentre tiene in braccio Beatrice che piangendo mangia il suo cuore, compone una lirica in cui chiede ai poeti la spiegazione di tale sogno allegorico. La risposta più puntuale, anche in vista degli sviluppi futuri, gli viene dal suo "primo amico" Guido Cavalcanti, il quale vede nel sogno un presagio di morte per la donna di Dante. Per non compromettere Beatrice, finge di corteggiare due altre donne dette dello "schermo" indicatagli da Amore, e soprattutto dedica a loro i suoi componimenti. Beatrice, venuta a conoscenza delle "noie" (il termine è variamente interpretato) arrecate dal Poeta alle donne, non gli concede più il suo saluto salvifico. A questo punto ha inizio la seconda parte del prosimetro in cui Dante si prefigge di lodare la sua donna. In questa parte spicca il famoso sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare.
La Badia Fiorentina, luogo di incontro di Dante con Beatrice
Morta Beatrice (1290), e conclusasi la seconda parte, dopo un periodo di disperazione, di cui non si forniscono numerosi dettagli, il poeta sta per innamorarsi di una "donna gentile". Ben presto Dante comprende che l'interesse per questa nuova donna va allontanato e soffocato, poiché solo attraverso l'amore per Beatrice potrà raggiungere Dio. Ad aiutarlo in questa riflessione è il passaggio in Firenze di alcuni pellegrini diretti a Roma, che simboleggiano il pellegrinaggio intrapreso da ogni uomo verso la gloria dei cieli. Una visione gli mostra Beatrice nella gloria dei cieli e il poeta decide di non scrivere più di costei prima di esser divenuto in grado di parlarne più degnamente, ovvero di dirne "ciò che mai non fue detto d'alcuna". L'ultimo capitolo, in cui questa necessità è esposta, viene considerato una prefigurazione della Commedia.

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